Il 70% delle piante dipende dall’impollinazione di questi insetti. Si capisce così l’enormità del danno che potrebbe derivare da una loro scomparsa. Minacciata anche dall’inquinamento. Sono un rilevatore biologico.

Sono un rilevatore biologico. Le api che si orientano con il solo coprono un raggio d’azione assai più esteso di quello che di norma si sia portati a pensare.  Ogni ape bottinatrice copre un’area di raccolta di 3 km. e quindi si comporta, passando di fiore in fiore, come un autentico rilevatore biologico dell’inquinamento esistente. La scomparsa delle api è un campanello d’allarme che può indicare aree contaminate e non deve essere sottovalutato.

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Api e fiori formano un binomio  inscindibile: questi insetti in ambienti intatti sentono il profumo dei fiori fino a 1200 metri di distanza. Oggi, a causa dell’inquinamento, questa cifra scende a 200-300 metri. L’importanza degli insetti impollinatori, quindi anche farfalle e bombi per citare i più conosciuti dopo le api, è fondamentale per il rinnovarsi  della vita nelle forme che oggi conosciamo sulla terra.       #   La catena alimentare, che non coinvolge solo l’uomo, è basata in gran parte sull’azione instancabile di questi minuscoli esseri che talvolta nemmeno riusciamo a vedere. Una ricerca ormai datata dell’ONU, ma l’unica cui si possa fare ancora riferimento, valutava in caso di scomparsa delle api il crollo delle produzioni alimentari fino al 90%.     #   Andando di fiore in fiore per procurarsi il nettare di cui cibarsi, o rielaborare, gli insetti impollinatori sono il mezzo grazie al quale gran parte dei fiori saranno fecondati, produrranno  seme e frutto, offrendo raccolto e assicurando il perpetuarsi della specie.

La scomparsa degli alveari

Era chiamata Sindrome da Spopolamento degli Alveari (CCD, ovvero Colony Collapse Disorder) quella che, tra il 2005 e il 2008, colpì gli Stati Uniti e portò al suo picco, nel 2007, alla scomparsa di circa quaranta arnie ogni cento.     #   Ne deriò il panico e le cronache riportarono con forma la notizia illustrando scenari futuri catastrofici.     #   Nel vecchio continente il problema, pur presente e gravissimo, non raggiunse questi picchi arrestandosi a livello generale al 20%, ma con dati regionali che riportarono la perdita di oltre la metà delle colonie.     #   Una misteriosa malattia aveva un solo responsabile, quello di sempre nei disastri ambientali: l’uomo.

Quanto sappiamo degli insetticidi moderni?

La moria degli alveari è stata messa in relazione all’introduzione di una nuova generazione di questi prodotti, di grande efficacia ma scarsa selettività.

Negli anni interessati, i semi di girasole e del mais erano conciati, cioè trattati a scope preventivo con nuovi insetticidi appartenenti alla categoria dei neonicotinoidi.     #   I neonicotinoidi sono una classe di insetticidi derivanti dalla nicotina, introdotti come alternativa sicura al DDT.

20160826_110834Errori del passato

Il DDT, per chi non ne ha avuto esperienza, è stato fra i prodotti più utilizzati, spesso in quantità senza limiti e con poco criterio, per il controllo e l’eradicazione della malaria e per sostenere crescenti produzioni alimentari e agrarie. Ha apportato danni gravissimi all’ambiente.

Morie non solo di insetti e il suo ingrasso in ogni anello della catena alimentare spinsero alla sua messa al bando, nel 1972 negli Usa, sei anni dopo in Italia.

Un pericolo

Secondo i dati riportati da Francesco Panella (presidente dell’Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiani Unaapi) 1 grammo di Imidacloprid (uno dei più diffusi neonicotinoidi) è paragonabile a una quantità di DDT pari a 7 kg.

#     Prima di immetterli sul mercato, i neonicotinoidi sono stati analizzati e classificati come sostanze potenzialmente pericolose, e per questo utilizzabili solo con protezioni e da operatori autorizzati.   #     Le coltivazioni trattate con questa sostanza, ritengono dosaggi così bassi che, anche “consumate “ dall’uomo negli alimenti, sono considerate innocue.   #     Non è così per le api e gli altri insetti sensibili che si cibano delle piante trattate. Questa sostanza fu identificata, non subito, come la causa prima della moria delle api e non solo.

I pesticidi spruzzati aderiscono al corpo dell’ape insieme al polline e raggiungono un livello soglia tale da attaccare il sistema nervoso centrale. Così che le api non riescono a fare ritorno all’alveare una volta uscite per la raccolta, fino alla paralisi e alla morte.

Bisogna considerare tutti i fattori

Attribuire tutta la colpa del problema ai neonicotinoidi è semplicistico perché, se ogni essere vivente è legato agli altri, lo è anche al proprio ambiente.

Di fronte a un problema, siamo portati a considerare gli effetti di un solo fattore per volta. In questo caso i neonicotinoidi, senza considerare che esistono azioni di sovrapposizione, interazione e potenziamento imputabile ad altri elementi.   #     Così è anche per la salute umana un determinato principio attivo è ingerito in quantità sotto il liv3ello di attenzione ma è solo un componente del cocktail di sostanze nocive che ci è servito ogni giorno. Così, e a livelli più gravi, è per le api.

Utilizzando insetticidi e altri principi attivi, occorre valutare l’inquinamento delle acque che ne favorisce la diffusione in tempi rapidi anhe in luoghi lontani e considerati sicuri, a danno di ambienti, piante, animali e uomini non

direttamente coinvolti.

#     La Sindrome da Spopolamento degli Alveari colpiva una popolazione già indebolita da una gran quantità di fattori negativi come la comparsa di nuove malattie, virus paralizzanti, indebolimento del sistema immunitario, infezioni intestinali (da parassita Nosema appartenente all’ordine dei microsporidi, la nota Varroa) ed esposizione a radiazioni di tipo diverso.   #     In più, studi recenti sulla diminuita produzione di polline delle piante, inducono a pensare anche alla cattiva nutrizione

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Qual è oggi la situazione

La moratoria sull’insetticida lanciata dal nostro paese, poi seguita dall’Unione Europea, ha consentito un’inversione di tendenza e il numero di alveari mancanti ogni anno è  diminuito anche se le perdite sono ancora frequenti.

Oggi la UE ha riammesso i neonicotinoidi ma con una utilizzo differente. Non possono più essere impiegati come disinfestanti sulle colture in fioritura ma solo su piante sfiorite. In tal modo se ne riduce la pericolosità per gli insetti pronubi.   #     La grande novità, che dovrebbe essere garanzia perché in futuro l’errore commesso divenga molto improbabile, sono le linee guida pubblicate dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) riguardo la valutazione dei sistemi d’analisi del rischio per le sostanze usate in agricoltura e in zootecnia.

Si usa con cautela

Oggi si deve applicare il principio di cautela come reale unità di valutazione dei rischi così da evitarli già a livello potenziale, diventando una sorta di “prevenzione” dei problemi e non un loro contenimento.   #     I nuovi trials che ogni prodotto dovrà superare  dovrebbero rappresentare una garanzia per il ripetersi di catastrofi ambientali.   #     Il cambio delle regole, con l’esclusione di alcuni prodotti, lascia aree di mercato scoperte e commercialmente appetibili. Questo dovrebbe spingere l’industria a cercare nuove soluzioni di pari efficacia, ma più compatibili con l’ambiente.

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Un insieme di problemi

^ Le api, come tutti gli esseri viventi, sono sottoposte in questi anni ai grandi e improvvisi cambiamenti climatici che, al di là dei numeri e delle statistiche, tutti noi possiamo riscontrare.

^ L’epoca e il calendario delle fioriture oggi non sono sovrapponibili a quelli che venti anni fa erano un continuo e rassicurante ripetersi.

^ Anche la lunghezza della stagione con temperature miti si è allungata oltre le attese, con l’autunno simile all’estate ma senza la ricchezza di fioriture necessaria per sostenere gli alveari.

20160926_092928^ La crisi che l’apicoltura soffre a livello mondiale si riscontra fattivamente nell’incremento del prezzo del miele anche per i maggiori rischi e le maggiori spese necessarie nell’allevamento delle arnie.

  (Da Casa in fiore, luglio 2016)