Come fare per vendere la propria produzione orticola direttamente ai consumatori, schivando le reti di distribuzione tradizionali, che appesantiscono la fattura dei consumatori e riducono come un bene effimero i margini dei piccoli produttori? Sono 35 agricoltori o contadini alsaziani ad essersi posti la domanda. La risposta fu semplicissima …… raggrupparsi per acquistare un supermercato !
Le iniziative contadine per passare oltre alla grande distribuzione si moltiplicano in questi ultimi tempi. A immagine dei 35 agricoltori del Grande Est che si sono raggruppati per ricomprare una grande area a Colmar, per vendervi i loro prodotti direttamente dal produttore al consumatore.
L’iniziatore del progetto, che rappresenta il collettivo dei 35 contadini è Denis Digel. Presiede il collettivo degli orticoltori di Sélestat, spiega come è nato questo progetto di riacquisto:
L’idea mi è venuta molto tempo fa. Sono orticultore e pratico la vendita al dettaglio da molto tempo ma ne avevo a basta di consegnare i miei prodotti alla grande distribuzione, di questa pressione perpetua sui prezzi e i servizi e la situazione non finisce di deteriorarsi.
Con altri agricoltori, il contadino ha così ricomprato un vecchio negozio Lidl “per consegnare direttamente al consumatore”. Il negozio ribattezzato Coeur Paysan è un luogo di vendita diretta dove gli agricoltori tengono una presenza permanente regolare. Questo punto di vendita è un mezzo per proporre altri prodotti, per valorizzare il saper fare ancestrale dei produttori, quelli di cui la grande distribuzione non vuole “dove tutto è calibrato e standardizzato”, afferma l’orticoltore. Lui stesso, coltiva 35 qualità di pomodori, “ma i supermercati ne prendono solo due qualità”.
A prodotti identici, noi siamo meno cari della grande area
Rispondere a una domanda di prodotti locali in forte aumento
Per Denis Digel e i suoi colleghi, l’obiettivo è anche di rispondere a una domanda in forte aumento per i prodotti locali. Gli agricoltori sono situati a meno di 40 km. dal magazzino. In termini di prezzi, il portatore del progetto indica che nel loro supermercato riconvertito:
Frutta e verdura sono meno onerosi, per esempio un chilo di soncino è venduto a 10 euro mentre i grossisti lo rivendono a 12 – 13 euro il chilo (……). Certi prodotti sono più cari, ammette l’orticultore come i formaggi artigianali, ma la qualità non è la stessa.
La fine dell’anonimato alimentare
Per quanto riguarda il modello economico del negozio, anche il modo di funzionamento è diverso da quello della grande distribuzione. Gli agricoltori sono proprietari dei loro prodotti fino al passaggio in cassa dove una commissione da 22 a 32% è prelevata per il negozio. I produttori sono così responsabili dei propri prodotti di fronte ai consumatori e sono loro che ne fissano i prezzi.
I contadini tengono anche delle presenze permanenti, di due mezze giornate al mese minimo. Una presenza apprezzata dai consumatori che vi vedono così un mezzo per avere una trasparenza totale su quello che loro acquistano. “E’ la fine dell’anonimato alimentare”, sottolinea Denis Digel, per il quale questo scambio produttore-consumatore è importante:
Si ha bisogno del riscontro del consumatore, dà valore e poi noi adattiamo, se possibile, la nostra offerta alla loro domanda. Per esempio, dei clienti ci hanno chiesto dei “nems” al pollame per il nuovo anno cinese. Sono stati tutti smerciati!
Presso Coeur Paysan, si può scoprire o riscoprire delle varietà di frutti e verdure dimenticati perché trascurati dalla grande distribuzione: è una fortuna gustativa e nutritiva ! Inoltre, si acquistano dei prodotti freschi al giusto prezzo, che retribuiscono correttamente i piccoli produttori …… non è difficile immaginare che a questo supermercato, diverso dagli altri, ne seguiranno presto altri. Forse basta semplicemente che questa esperienza sia conosciuta il più possibile, affinchè altri contadini seguano l’esempio dei colleghi alsaziani.
Fonte : Mieux Vivre Autrement / Fabrice Renault / aprile/maggio 2017 (?)
Articolo da me tradotto dalla lingua francese –
.Il mio commento –
Chi fosse interessato, alla fine dell’articolo francese, collegandosi con il link, potrà trovare i riferimenti per un eventuale contatto diretto con Coeur Paysan.
Probabilmente questo articolo data indicativamente di fine aprile / inizio maggio 2017, ma di preciso non lo so. Durante tutto l’anno 2017 diversi siti in Francia hanno fatto conoscere questa iniziativa che mi sembra iniziata a fine 2016. Non so se in Italia c’è un’esperienza simile. Noi abbiamo i mercati contadini organizzati un po’ ovunque, che vediamo normalmente e che hanno sicuramente successo e sono ben frequentati. Mi piace molto però il fatto che in questo modo esista la possibilità di scoprire varietà di frutti e verdure dimenticati e non conosciuti. Noi consumatori siamo sempre curiosi e apprezziamo i consigli richiesti su come cucinare questo o quel prodotto, conosciuto o no. In più se esiste anche una loro storia….. e magari conoscenze trasmesse di generazione in generazione…….ci sentiamo sicuramente più interessati e attenti ai prodotti (e ai loro produttori) che appaiono sulla nostra tavola.
-VM –
settembre 15, 2019 at 1:36 PM
Ciao Valentina, sono Marco ex agricoltore. Quando ho dovuto chiudere l’azienda agricola mi sono messo insieme ad altri 18 aziende agricole biologiche toscane e abbiamo fondato un consorzio, che si chiama Toscana Biologica che provo ad amministrare. Nel 2012 abbiamo aperto il primo nostro negozio a Firenze. E’ un esperienza simile a quella francese, più piccola perchè è meno di 200 mq, quindi non un supermercato, ma una bottega, Dopo qualche anno abbiamo aperto anche una bottega a Pisa. Anche da noi sono le aziende a proporre i prodotti che hanno, dai pomodori “patata”, ai grani antichi, da prodotti freschi a quelli trasformati direttamente dalle aziende stesse. Chi fa cereali e li trasforma in farine e paste, chi fa ortaggi ma li trasforma anche in barattoli di diversi tipi. Abbiamo messo insieme molte aziende (anche quelle non socie, basta che siano bio certificate con prodotti di alta qualità) e abbiamo oggi un’offerta ampia, dai formaggi al seitan, ma anche prodotti tradizionali, come vino, olio, miele, marmellate. La caratterestica è che è quasi tutto di aziende agricole, non di trasformazione. Anche il discorso sul prezzo segue condivide l’esperienza francese, ci sono prodotti che così facendo costano meno che gli stessi nella GDO, ma altri che non si possono paragonare essendo realmente prodotti diversi (non è possibile paragonare un pollo allevato da un’ azienda agricola ad un pollo industriale di allevamento intensivo). Per coprire i costi di gestione della bottega resta al negozio circa il 30% del venduto, che in alcune tipologie di prodotto è anche troppo poco (immagina le verdure con lo scarto, il calo di peso etc…). Stiamo cercando adesso di coinvolgere nella gestione del negozio i clienti stessi, Il progetto è ambizioso, se ti interessa te lo spiego. Grazie per avermi fatto conoscere quest’esperienza francese.
"Mi piace"Piace a 1 persona
settembre 15, 2019 at 5:27 PM
Grazie. Sono all’estero. Ti rispondo meglio fra qualche giorno. Ciao
"Mi piace""Mi piace"
settembre 23, 2019 at 4:55 PM
Gentilissimo Marco. Ti rispondo solo ora, essendo stata all’estero come ti avevo anticipato. Molto interessante quello che hai scritto. Certo che mi interessa. Se vuoi puoi scrivere un articolo sulla tua esperienza,lo posso poi inserire nel mio blog e far girare (con la tua firma e eventualmente con collegamento ad un tuo sito). Vedi tu . Informami via email Ciao
"Mi piace"Piace a 1 persona
settembre 24, 2019 at 9:27 am
Ciao Valentina, mi prendo un po di giorni per scrivere lâarticolo, per ora ti ringrazio Marco
"Mi piace""Mi piace"